Proseguo con il racconto:
I gatti della colonia giravano attorno ai tetti dei garage e un ragazzino (qui devo dire una cosa: questo ragazzino, non è molto a posto...) Gli butta da mangiare dal balcone (piano terra) e crede che i gatti siano suoi.
Tornando a casa dopo essere stata dal veterinario, ero con il gattino nella gabbia tra le braccia e i miei fratelli davanti al cancello di casa. Mia madre era andata in farmacia per acquistare la pomata per il gattino.
Sfortuna ha voluto che quel ragazzino si trovasse molto vicino insieme a un suo amico... All'inizio non l'ha riconosciuto, ma poi ha detto: <Ehi, ma questo è il mio gatto!!!> E il suo amico:<Chiamo la polizia, questo è furto!>
Noi siamo saliti a casa mentre loro sono rimasti giù a chiedere a tutti i passanti se conoscevano una bambina con un gatto
Hanno chiesto anche a mia madre, e lei ha suggerito di mettere dei cartelli con delle foto per ritrovarlo, visto che era suo...
Per mercoledì ce la siamo cavata, poi giovedì, dopo il veterinario, mia madre ha chiesto al ragazzino il numero di sua madre (perché parlare con lui è impossibile...)
Più tardi ha chiamato e ha cominciato a spiegare la situazione del gattino, ma la signora continuava a interromperla, dicendo "IL GATTO È DI MIO FIGLIO!"
Mia madre ha descritto lo stato di salute del gatto e la signora si è messa sulla difensiva.
La signora prima ha detto che non si erano accorti dei problemi di salute del gatto (bugie, visto che Sgorbietto entrava in casa...), ma dopo si è contraddetta dicendo che gli stavano mettendo un collirio antibiotico negli occhi....
Quando mia madre le ha fatto notare che il collirio andava prescritto da un veterinario, la signora ha urlato:"Ma io non sono mica un medico!" e mia madre : "ma neanche io, per questo l'ho portato dal veterinario".
Insomma... Il problema principale è capire il loro concetto di "mio".
Io sono decisa a non "restituirglielo", e se protestano ho pensato a questo:
-Se il gatto gli appartiene davvero, è maltrattamento di animali non prendersene cura;
-Se il gatto non gli appartiene ma gli danno solo da mangiare, allora lo possiamo fare in adozione a qualcuno che se ne prenderebbe cura nel migliore dei modi.
Secondo me alla signora non interessa del gatto, semplicemente suo figlio ci si è affezionato.
Però, è una vita, e non è che per l'egoismo di qualcuno (perché tenerlo a tutti i costi vicino a sé impedendo a qualcun altro di prendersene cura, è egoismo) questo gattino deve soffrire. E poi (a parte che ci sono altri 20 gatti), appena il cucciolo sarà cresciuto, non gliene importerà più.
Faro di tutto per non farlo tornare là, anche perché sarebbe abbandono da parte della mia famiglia, visto che non lo stiamo restituendo a un proprietario. Si capisce il concetto?